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Immagine del redattoreOnirama di Aliona Andriuta

Cosa vedere a Moncalvo, la “città più piccola d’Italia”?

Moncalvo è un paese situato nel cuore del Monferrato, a metà strada tra Casale Monferrato e Asti. La sua storia è molto lunga e prestigiosa e affonda le sue radici a prima che i Romani si spingessero a nord nelle loro conquiste. Infatti, nonostante le prime testimonianze siano di epoca romana, è probabile che per la sua posizione privilegiata fosse già abitata dai Liguri.

Tuttavia è nel medioevo che acquista lo status di “civitas” (città in latino) di cui continua a fregiarsi, anche se adesso è poco più di un paese.

Ritornando alla sua storia dobbiamo aggiungere assolutamente che fu, dal X secolo, la prima capitale del Marchesato del Monferrato voluta dal leggendario Aleramo.

La capitale del marchesato cambiò in seguito più volte, ma, nonostante ciò, la centralità di Moncalvo nel territorio monferrino rimase quasi intatta. Con il suo grande castello infatti era ambito dalle più influenti famiglie dell’epoca, tra cui anche i Gonzaga, e subì diverse occupazioni di eserciti stranieri. Infine nel XVIII secolo, con l’annessione del Ducato del Monferrato al Ducato di Savoia, si legò indissolubilmente alle sorti di quest’ultimo.

Negli ultimi anni Moncalvo sta puntando moltissimo sul turismo e sulla valorizzazione delle sue eccellenze, culturali ed eno-gastronomiche. Tutto questo impegno è stato premiato dal Touring Cub Italiano con l’assegnazione della Bandiera Arancione.

Dopo questa breve introduzione vi portiamo con noi alla scoperta di Moncalvo.


Cominciamo da Piazza Carlo Alberto, un grande spiazzo dove si può trovare facilmente un posticino per la propria auto. Se ci si guarda intorno si intuisce immediatamente che vicino c’è il Castello di Moncalvo dei Marchesi del Monferrato.

In realtà, si è già dentro al castello, o meglio, dove si estendeva gran parte dell’edificio. Infatti dell’antico castello rimangono soltanto due tratti di mura ben conservati che circondano metà del perimetro della piazza. All’interno di queste mura, nell’800 furono ricavati dei scenografici portici e alcuni locali che oggi ospitano delle attività commerciali e l’ufficio turistico.

Un aspetto interessante, inoltre, è quello puramente paesaggistico. Infatti il castello è in una posizione eccezionale da cui si domina tutto il territorio circostante. Dai portici della piazza possiamo accedere gratuitamente alle torre.

Questo posto è diventato facilmente tappa fissa per chi ama i paesaggi o vuole semplicemente scattarsi un selfie ricordo. In particolare sono tre i punti adibiti a ciò: i due torrioni e il Belvedere Bonaventura, costruito in cima ad una vecchia torretta del Castello.

Un po’ più nascosti da visitare ci sono anche alcuni tratti dei Camminamenti del Castello. Questi corridoi, che servivano a collegare i vari punti dell’edificio, sono stati recuperati da pochi anni e puntano ad essere un ulteriore polo d’attrazione per il turismo. Per visitarli bisogna chiedere informazioni all’ufficio turistico, ma la visita è gratuita e libera.


Oltre al Castello e allo splendido panorama sulle colline del Monferrato Moncalvo è caratterizzato da un bel centro storico. Qui infatti si possono trovare alcuni palazzi che ne raccontano la lunga storia e l’evoluzione dal Medioevo ad oggi.


Il palazzo più particolare e insolito da vedere in un borgo del Monferrato è sicuramente la Sinagoga. Questo edificio, che si affaccia su Piazza Carlo Alberto, non è molto appariscente e si riconosce soltanto per una scritta in alfabeto ebraico. Tuttavia è un edificio importante perché è l’unica sinagoga al mondo eretta sulla piazza principale della città che la ospita. Inoltre è testimonianza preziosa della numerosa comunità ebraica che fino alla Seconda Guerra Mondiale abitò a Moncalvo.

A pochi passi dalla Sinagoga, tra Piazza Carlo Alberto e Piazza Garibaldi si trova il Teatro Comunale. Questo, con la sua architettura molto caratteristica, è stato ricavato nell’800 da quello che rimaneva del Palazzo del Corpo di Guardia del Castello . Pur essendo piccolo ospita spesso rassegne teatrali di alto livello e contribuisce a mantenere viva la tradizione delle opere recitate in piemontese.


Da Piazza Garibaldi che è il vero salotto buono di Moncalvo, possiamo perderci nelle tortuose vie del centro storico medievale dove ritroviamo ancora i segni dell’autentico spirito del borgo monferrino tra piccole botteghe e edifici costruiti con i mattoni a vista.


Tra le vie del centro storico a Moncalvo la più importante è via XX settembre. La sua fama deriva dal fatto che sin dal medioevo è considerata dai Moncalvesi la strada commerciale per antonomasia. Per tutta la sua lunghezza, via XX settembre, che prende anche il nome di “ Fracia”, si incrocia con dei piccoli vicoli che regalano molti scorci suggestivi.

Il primo che si incontra in discesa è il vicolo XXVII gennaio 1945, data che ricorda la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. La dedica non è casuale perché proprio lì c’era l’antico ghetto ebraico e oggi si possono vedere 4 pietre d’inciampo in ricordo di alcune vittime dell’olocausto.

Proseguendo ancora si trova il Palazzo Lanfrancone un bell’esempio di edificio in stile gotico risalente al XIII secolo. La sua particolarità è che a caratterizzarlo non ci sono solamente le decorazioni medievali, ma anche le antiche insegne della pellicceria storica del borgo.




Infine si arriva forse al punto più suggestivo della via dove troviamo Casa Montanari e la Chiesa di Sant’Antonio Abate. Questi due edifici sono così interconnessi tra loro che la terrazza del palazzo poggia sulla sagrestia della chiesa. Il resto delle due strutture sono divise da un arco in mattoni sotto cui inizia uno dei tanti vicoli del quartiere.

All’interno della chiesa sono custodite alcune delle opere di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo e della figlia Orsola. Magari il suo nome non ti è mai giunto alle orecchie, ma devi sapere che il suo talento fu così grande e riconosciuto che gli affibbiarono il soprannome di “Raffaello del Monferrato”. Quindi pensiamo che sia un valore aggiunto per convincerti a visitare Moncalvo.


Un altro angolo del centro storico molto bello da vedere a Moncalvo è sicuramente quello dove si trovano Palazzo Testafochi e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. I due edifici settecenteschi in mattoni a vista infatti sono tra i più interessanti del borgo sia a livello storico che architettonico.

Entrambi furono progettati dall’architetto Magnocavallo, un illustre letterato di Casale Monferrato che aveva la sua residenza estiva proprio a Moncalvo.

Il Palazzo Testafochi prende il nome dalla famiglia che acquistò il palazzo dopo la morte di Magnocavallo. Quest’ultimo per la sua realizzazione si ispirò direttamente all’arte classica. Infatti nonostante siano presenti molti elementi barocchi quello che colpisce sono il portici interni dove si vedono alcuni capitelli di ispirazione antica.

In realtà abbiamo scoperto che alcuni non sono copie, ma bensì degli originali antichi che erano stati ritrovati in frazione Gessi pochi anni prima. Questi ultimi si posso vedere particolarmente bene nella cappella presente nel cortile che incorniciano una statua della Madonna. Il palazzo, essendo sede di alcune associazioni di volontariato moncalvesi non è sempre visitabile, ma se siete particolarmente interessati potreste chiedere a loro per la visita.


La Chiesa di Santa Maria delle Grazie invece è più nota per essere diventata da qualche anno il Santuario Diocesano di Santa Maria Teresa di Calcutta. Come per il Palazzo Testafochi anche qui il Magnocavallo decise di ispirarsi alle architetture classiche con colonne di mattoni, trabeazioni e timpani.

Il suo interno invece è caratterizzato dai colori pastello delle pareti che vengono scandite da alte paraste sormontate da capitelli corinzi.

La chicca della chiesa però si trova nel coro: una icona quattrocentesca raffigurante la Vergine con il Bambino. Questa, dipinta a tempera su creta, originariamente si trovava nella prima chiesa parrocchiale di Moncalvo, Santa Maria della Piazza, attigua all’antico castello.

La Chiesa di San Francesco d’Assisi posta su un piccolo colle che si erge di fronte al centro storico, sorse nel XII secolo sulle rovine di un antico castello per volere dei Marchesi del Monferrato.

Nacque come convento francescano, poi venne riedificata dopo un crollo nel ‘600, mantenendo l’abside ed il campanile con la sua caratteristica cuspide. Nel ‘700 infine per le dimensioni divenne sede parrocchiale al posto della più piccola Chiesa di Sant’Antonio Abate.


La chiesa è importante non solamente perché è la chiesa parrocchiale, ma soprattutto a livello artistico. Infatti oltre ad essere sede di un piccolo museo ricco di oggetti molto interessanti custodisce le più interessanti opere di Guglielmo Caccia e della figlia Orsola.

Qui spiccano in particolare il “San Luca nello Studio”, esposto nel 2014 al National Museum of Woman in The Arts di Washington, e il “Gesù nel deserto servito dagli angeli”. Entrambe le opere sono ospitate nella suggestiva sacrestia trecentesca assieme alla Pala d’Altare raffigurante la “Madonna in trono col Bambino e i Santi Martino e Rocco” attribuita a Bartolomeo Bonone.

La chiesa non è visitabile liberamente, ma bisogna prenotare una visita (gratuita) all’Associazione Guglielmo Caccia Onlus.


L’arte a Moncalvo non è soltanto racchiusa nelle belle chiese del centro storico, ma anche in un altro luogo molto interessante: il Museo Civico. Questo piccolo museo, ricavato in un ex convento di suore Orsoline, lo abbiamo scoperto quasi per caso, ma ci ha lasciato veramente stupiti.

Non avremmo, infatti, mai pensato di ritrovare, nel bel mezzo del Monferrato, opere di grandi artisti del novecento come Chagall, De Chirico e Guttuso. Questa splendida collezione è frutto della grande passione per l’arte dell’ambasciatore e grande collezionista moncalvese Franco Montanari.


Oltre a quadri di importanti pittori del novecento Montanari durante le sue missioni diplomatiche raccolse anche molti oggetti dei paesi che visitava. Molti sono di arte africana e di arte giapponese tra cui spiccano stampe, dipinti seicenteschi e Kakemono.

Nelle sale è possibile ammirare anche altri tre capolavori di Orsola Caccia. Queste sono delle meravigliose nature morte che in realtà sono narrazioni teologiche, delle vere e proprie preghiere.

Durante l’anno inoltre devi sapere che il museo ospita alcune mostre temporanee di vario genere che attirano molte persone con differenti gusti.


Ora che conosci cosa fare e soprattutto cosa vedere a Moncalvo non ti resta che scoprire con i tuoi occhi le sue bellezze. Se deciderai di fermarti nel Monferrato siamo a tua disposizione di acoglierti e farti sentire a casa!

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